Mobilitazione del 9 agosto 2024
Il Governo e il Parlamento non hanno emanato alcun provvedimento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana tutelando il nostro lavoro e le nostre aziende.
Sono rimasti inascoltati tutti gli appelli provenienti non solo da noi ma dai Comuni e Regioni di ogni orientamento politico.
Si è svolto, ieri, il Consiglio Direttivo per esaminare la situazione e decidere le iniziative sindacali conseguenti.
È del tutto evidente che urge un intervento legislativo chiarificatore che salvaguardi la balneazione attrezzata italiana e faccia ripartire il settore. Sono oramai diversi i Comuni e le Regioni di ogni orientamento politico che stanno organizzando le gare per la riassegnazione delle concessioni demaniali con modalità diverse. Una situazione caotica che impone al Governo e al Parlamento di adottare immediatamente un intervento legislativo.
"Ci riserviamo una valutazione, dopo attenta analisi, della sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea - ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/CONFCOMMERCIO - osserviamo, però, che l'interpello del Consiglio di Stato riguardava esclusivamente la conformità al diritto europeo della devoluzione delle opere di difficile rimozione alla scadenza delle concessioni in favore dello Stato, non di terzi privati".
Nel suo intervento il Presidente Capacchione ha sottolineato che è interesse del Paese garantire la continuità aziendale e salvaguardare un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo.
La tutela del legittimo affidamento dei concessionari attualmente operanti è fondata non solo dalla disciplina legislativa previgente alla inopinata abrogazione del diritto di insistenza effettuata con il dl n.194/2009, ma anche dalla giurisprudenza amministrativa anteriore alle sentenze dell'Adunanza plenaria del CdS del 2021.
Si è tenuta ieri la prima riunione di Giunta di Presidenza, per una analisi della situazione e per adottare misure organizzative.
Purtroppo continua l'assenza di una iniziativa legislativa del Governo. Grave la mancata emanazione di un provvedimento legislativo chiarificatore sulla questione concessoria. Una irresponsabile e sconcertante fuga dalle proprie responsabilità dell'attuale Governo.
Con buona pace di tutti coloro che ritengono abusivi tutti i concessionari attualmente operanti è bene evidenziare che la giurisprudenza amministrativa ha ripetutamente chiarito la legittimità degli attuali concessionari a continuare ad operare.
Il Consiglio di Stato, con tre Ordinanze dello stesso contenuto (nn.rr.1813/2024,1814/2024 e 1815/2024) del 15 maggio u.s. ha affermato che prevale l'interesse privato a continuare l'attività ancorché decaduto dalla concessione non essendo i comuni nelle condizioni di affidare a terzi il compendio demaniale.
Ieri si è tenuto a Catanzaro un interessante convegno giuridico sulla questione concessoria alla luce delle ultime sentenze amministrative.
Erano presenti, fra gli altri, il Presidente del Tar di Salerno Nicola Durante, il giudice del Tar di Bari estensore delle sentenze sul riconoscimento della validità degli atti di proroga e un Consigliere della VII sezione del Consiglio di Stato competente in materia concessoria Sergio Zeuli.
“La questione balneare costituisce un problema che merita un intervento normativo chiarificatore urgente” - affermano in una nota congiunta Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di FIBA/Confesercenti.
Nella giornata di ieri in tutti gli stabilimenti balneari italiani si è svolta la prima delle giornate di mobilitazione della categoria indetta da SIB-Confcommercio e Fiba-Confesercenti le sigle sindacali maggiormente rappresentative dei balneari italiani.
In ogni stabilimento balneare è stata affisso un manifesto/locandina in cui, nel celebrare la Festa della Repubblica, si ricorda che da ben 14 anni si è in attesa di una legge che applichi correttamente la direttiva Bolkestein.