Alassio unita con la Regione a tutela dei balneari

Dic
5
2017
alassio

Il gruppo Agorà: "Bruxelles non capisce che la Bolkestein avrà come effetto il vanificarsi degli investimenti fatti in decenni da tanti imprenditori che hanno confidato sul legittimo affidamento".

Durante il consiglio comunale tenutosi ieri ad Alassio si è discusso delle due leggi regionali riguardanti il comparto demaniale che “Tutelano il legittimo affidamento dei concessionari balneari”. Materia molto importante specie in località turistiche come Alassio dove la direttiva Bolkestein e il DDL approvato alla Camera dei Deputati rischierebbero di avere pesanti ripercussioni sul turismo e centina di balneatori perderebbero le loro concessioni a favore, magari, delle grandi multinazionali.
Maggioranza e minoranza si sono unite ieri ad Alassio per la tutela dei balneari. Sul punto afferma il gruppo Agorà: "L'iniziativa di oggi è importante perché si teme fortemente vista l'approvazione da parte della Camera dei Deputati del DDL sulle evidenze pubbliche, l’impugnazione da parte del Consiglio dei ministri della legge regionale che“Tutela il legittimo affidamento dei concessionari balneari”, approvata il 31 ottobre 2017 dal Consiglio Regionale all'unanimità dei voti grazie al sapiente lavoro di mediazione dell'assessore Marco Scajola e del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Una norma pensata per stoppare in Liguria, gli effetti della famigerata ed ultraliberista direttiva dell'Unione Europea 123 del 2006 conosciuta come direttiva Bolkestein, da Frits Bolkestein, commissario europeo per il mercato interno della Commissione di Romano Prodi, che ha sostenuto la sua approvazione. Direttiva che prevede, per quanto riguarda in particolare le concessioni balneari, la possibilità per gli operatori di altri Paesi dell’Unione europea di partecipare ai bandi pubblici per l’assegnazione delle concessioni demaniali italiane".
"L’Italia la direttiva di fatto non l’ha applicata. E anzi ha disposto la proroga automatica delle concessioni balneari su tutta la costa italiana fino al 31 dicembre del 2020. Proroga però bocciata dalla Corte di Giustizia europea. Si lavora ora in Parlamento ad un progetto di legge, che però di fatto nell'impianto originale recepirà la direttiva Bolkestein, per poi prevedere, in sede di decreto attuativo un periodo transitorio, non si sa quanto lungo. In questo modo, insomma, si farebbe rientrare dalla finestra la proroga cacciata dalla porta dai giudici della Corte europea. La Liguria, coraggiosamente, è intervenuto dunque con una sua legge in cui si prevede che “nell’esercizio delle proprie funzioni i Comuni garantiscono che il rilascio di nuove concessioni avvenga senza pregiudizio del legittimo affidamento degli imprenditori balneari titolari di concessioni".
"Ieri il Consiglio comunale tutto unito, per rafforzare l'appoggio alla Legge regionale sui comparti demaniali e per cercare di scongiurare l'impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri, approverà una delibera che recepisce in toto la legge Regionale impegnando il Comune di Alassio a farsi portavoce con gli altri Comuni costieri della Liguria per l'adozione di un analogo atto da inviare dietro il coordinamento della Regione Liguria tramite la Conferenza Stato Regione all'attuale Governo per far capire che la Regione Liguria è compatta sulla difesa della tipicità del nostro turismo balneare. La politica migliore non è quella che riempie di chiacchiere i giornali locali, ma quella che risolve problemi concreti dei lavoratori e delle imprese”, così a fatto la Regione Liguria e così intende fare il Comune di Alassio".
A sostegno della legge regionale afferma il gruppo Agorà: "Possiamo affermare che la legge regionale è in linea con quanto riportato dalla sentenza del 14 luglio 2016 della Corte di giustizia europea, che riconosce il principio della tutela del legittimo affidamento. Infine, la legge della Regione Liguria non prevede come avvenuto in altre leggi regionali proroghe quantificate nella durata bensì una estensione della durata, al fine di tutelare l’organizzazione sociale delle aree costiere, garantire la continuità delle attività che operano sulla base di un legittimo affidamento e mantenere un presidio delle aree demaniali marittime nel periodo necessario alla messa in opera della nuova disciplina sul settore demaniale. Argomento che secondo tante sigle sindacali del settore, che hanno partecipato alla stesura del provvedimento, si può poi far pesare, è che non viene scalfito il principio della libera concorrenza, in quanto nuove iniziative imprenditoriali sono già possibili su un numero enorme di spiagge ad oggi disponibili, tolte quelle ovviamente che devono rimanere libere e gratuite. Si comici da lì a fare i bandi di concessione”.
"Quello che a Bruxelles ci si ostina a non capire è che la Bolkestein avrà come effetto il vanificarsi degli investimenti fatti in decenni da tanti imprenditori che hanno confidato sul legittimo affidamento. Le regole del gioco non si possono cambiare in corso d’opera, non è questione di indennizzi per chi dovrà cedere la sua spiaggia dopo tanti soldi spesi e sacrifici. C’è il lavoro di una vita in quegli stabilimenti, che molto difficilmente potrà essere trasferito altrove”.
“Il settore balneare è attualmente composto in Italia da 24 mila imprese, di queste il 57 per cento sono imprese individuali, il 26 per cento piccole imprese, spesso a condizione familiare. In pratica, è un settore che dà lavoro ogni anno a 300 mila persone e rappresenta l’8 per cento del Pil nazionale. Ad essere a rischio è il made in Italy la tipicità del nostro turismo balneare, un modello di accoglienza che, a dirlo sono i numeri, è tra i migliori al mondo, visto che il 70 per cento dei turisti viene in Italia per il clima e il nostro mare" conclude il gruppo Agorà.