TURISMO: LA GUERRA IN IRAQ RISCHIA DI DANNEGGIARE PESANTEMENTE LE PRESENZE SULLE SPIAGGE ITALIANE

Apr
5
2003

Il periodo pasquale costituirà un test determinante, fino ad oggi disdette del 30 % da parte dei turisti stranieri.

“La guerra in Iraq condizionerà pesantemente le scelte dei turisti per le vacanze e influenzerà negativamente le presenze sulle nostre spiagge”, afferma Riccardo Scarselli Presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente alla Confcommercio, che rappresenta circa 10.000 imprese balneari. “Già lo scorso anno a causa del maltempo e l’adozione dell’euro abbiamo registrato una stagione turistica disastrosa per il nostro comparto con fino al 50 per cento in meno di turisti in alcune località. L’apertura della stagione turistica è alle porte e la nostra categoria è fortemente preoccupata perché, se è vero che le condizioni meteorologiche costituiscono sempre una incognita, il conflitto in atto scoraggerà molti turisti stranieri a viaggiare e, di conseguenza, a frequentare i nostri litorali”. I numeri del settore balneare devono far riflettere: circa duecentomila occupati, un fatturato diretto valutato, per l’anno 2000, in circa 3.000 milioni di euro, quattrocentocinquanta milioni di servizi stagionali; l’attività turistico-balneare copre circa il 63% del mercato turistico nazionale. Il comparto, pertanto, rappresenta la prima offerta turistica dell’Italia, grazie sia agli innumerevoli servizi assicurati dalle imprese balneari, sia al fascino dei nostri litorali, unici al mondo; costituisce, quindi, una risorsa certamente importante per l’economia del Paese. “Abbiamo già registrato disdette pari ad oltre il 30% dei turisti stranieri”, continua Scarselli, “ma certamente molto dipenderà dalla durata di questa guerra, anche se il turismo balneare italiano può dirsi già sconfitto”. Eppure quest’anno le tariffe dei servizi di spiaggia dei nostri associati non hanno subito incrementi sostanziali, molte imprese si sono ammodernate ed hanno completato i servizi offerti. “Certo, conclude Scarselli, il periodo di Pasqua, caratterizzato quest’anno dalla possibilità di organizzare diversi giorni di ferie, costituirà un test determinante per capire se le nostre paure sono fondate o meno. Non escludiamo, però, la richiesta al Ministro Antonio Marzano di una defiscalizzazione degli oneri sociali e di una riduzione dell’IVA dal 20 al 10% nella malaugurata eventualità che anche i dati riscontrati nel 2003 siano nuovamente in rosso”.

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