BALNEARI: IL TAR DELL’AQUILA ACCOGLIE UN RICORSO SUL TEMA DELLA PROROGA

Lug
4
2018
Capacchione (SIB): “Ci auguriamo che il Parlamento e il Governo non arrivino dopo i giudici”.
presidente

La giurisprudenza amministrativa italiana inizia a condividere, anche se ancora timidamente, quanto gli imprenditori balneari sostengono da tempo, sulla necessità di tutelare il legittimo affidamento, già riconosciuto dalla sentenza della Corte di Giustizia del 14 luglio 2016 nelle cause riunite C‑458/14 e C‑67/15, Promoimpresa.
Il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Aquila, infatti, con la sentenza n. 271 del 2 luglio 2018, ha accolto il ricorso di un balneare avverso il diniego del Comune di Giulianova sulla richiesta di proroga della concessione al 2035 sulla base degli investimenti già effettuati prima dell’entrata in vigore della Direttiva Bolkestein.
Il TAR dell’Aquila con questa sentenza ha richiamato la sentenza Promoimpresa della Corte di Giustizia dell’Unione Europea con la quale si è “tenuto a precisare che una proroga ad una concessione demaniale è giustificata solo allorquando sia finalizzata a tutelare la buona fede del concessionario, ossia quando lo stesso abbia ottenuto una determinata concessione in un’epoca in cui non era ancora stato dichiarato che i contratti aventi un interesse transfrontaliero certo avrebbero potuto essere soggetti a obblighi di trasparenza”.
Questa sentenza segue l’orientamento inaugurato dal TAR di Napoli che, con la sentenza n. 911 del 14 febbraio 2017, ha chiarito che la Corte di Giustizia dell’Unione Europea “riconosce, entro certi limiti, il principio della certezza del diritto, applicabile nel caso di una concessione rilasciata in epoca risalente”.
“Pertanto anche nella giurisprudenza amministrativa italiana si va consolidando quanto da tempo sosteniamo – afferma Antonio Capacchione, presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio - e che da ultimo proprio il 2 luglio 2018 è stato rappresentato al Presidente del Consiglio dei Ministri a giustificazione della nostra richiesta di rinuncia all’impugnativa avverso le due leggi liguri che saranno discusse, in mancanza, il prossimo novembre dalla Corte Costituzionale”.
“In quella nota abbiamo sottolineato che è necessario che lo Stato abbandoni finalmente una visione assai parziale dei principi comunitari invocando esclusivamente l’applicazione della Direttiva Bolkestein e dell’obbligo di trasparenza e non discriminazione nell’assegnazione di beni pubblici, (quindi le gare), trascurando del tutto due altri principi fondamentali proprio del diritto europeo – continua Capacchione. In primo luogo la tutela della certezza del diritto e della buona fede di chi ha confidato in un assetto normativo e amministrativo previgente, il cosiddetto legittimo affidamento che rischia di essere gravemente leso e offeso se non viene trovato il corretto e giusto rimedio”.
L’augurio degli imprenditori balneari italiani è che non sia necessario ricorrere ai Giudici italiani o alle Corti europee per vedere riconosciuti i propri sacrosanti diritti, ma che sia il Governo e il Parlamento ad intervenire quanto prima per dare certezza alle imprese attualmente operanti e per la tutela del loro buon diritto a continuare a lavorare e a servire il Paese.