BALNEARI, CAPACCHIONE: BENE IL TAVOLO TECNICO MA IL PARLAMENTO DEVE LEGIFERARE

Nov
12
2018
In occasione del convegno: “Dalle parole ai fatti, salvaguardia delle imprese balneari” organizzato a Pescara Fiere, il presidente nazionale del S.I.B. affronta i problemi della categoria e detta le regole su come risolverli
convegno

“Le aziende balneari italiane sono state ‘condannate a morte’ dalla Bolkestein e l’esecuzione di questa condanna ha la data del 31 dicembre 2020”. Questa la dichiarazione di Antonio Capacchione, presidente nazionale del Sindacato Italiano Balneari/Confcommercio nel corso del suo intervento al convegno: “Dalle parole ai fatti, salvaguardia delle imprese balneari” organizzato a Pescara Fiere.
“A questa condanna a morte si aggiungono le gravi ferite inferte dalla natura - continua Capacchione - con eventi calamitosi e con l’erosione, e da una bieca burocrazia e contraddittoria normativa con insostenibili e ingiusti canoni pertinenziali ed esose richieste fiscali.
Ecco perché riteniamo che la proposta del Ministro del Turismo Gian Marco Centinaio, (un Tavolo tecnico per affrontare la questione Bolkestein, attraverso la redazione di un documento da portare in un’Europa, peraltro delegittimata dalla scadenza elettorale), pur meritevole, non impedisce al Parlamento di legiferare.
È concreto il rischio di “portare un documento” quando in Europa non c'è proprio nessuno perché i componenti dell'attuale Commissione Europea saranno tutti impegnati in campagna elettorale!
Del resto non si capisce perché l’allungamento della durata delle concessioni, l’eliminazione dei canoni OMI, il riconoscimento del valore aziendale e la sospensione dello smontaggio, sarebbero impedite dalla iniziativa di Centinaio al quale riconfermiamo sincera stima e convinta collaborazione.
Proprio perché certi della sua personale volontà di tutelare la nostra categoria, siamo convinti che eviterà che l’istituzione del Tavolo tecnico costituisca un comodo alibi per inaccettabili rinvii.
Se vogliamo che vengano ricostruite le aziende distrutte dal maltempo e dall’erosione marina, se vogliamo che si ritorni ad investire in questo settore strategico per il Paese, allora è necessario che debba essere tolta questa “condanna a morte”.
Il Governo ed il Parlamento hanno la possibilità, nei prossimi giorni, di dimostrare nei fatti che la contrarietà alla Bolkestein e a una certa idea dell’Europa non è solo vuota propaganda, ma una concreta politica legislativa che si incarna in specifiche norme giuridiche.
Su nostra sollecitazione e proposta, infatti, diversi senatori hanno presentato alcuni emendamenti al Decreto Fiscale che riguardano il nostro settore, in discussione al Senato e da varare necessariamente entro il 22 dicembre 2018.
Vanno dal riconoscimento della valenza identitaria delle imprese balneari ai fini della loro esclusione dalla Bolkestein all’assegnazione, comunque, alle concessioni vigenti di una durata variabile da trenta a cinquanta anni; dal riconoscimento, alla scadenza delle concessioni, di un indennizzo pari al valore commerciale dell’azienda balneare alla riapertura della definizione del contenzioso per i canoni pertinenziali; dalla sdemanializzazione delle aree che hanno perso le caratteristiche della demanialità alla sospensione dello smontaggio delle strutture fino al 31 dicembre 2020 per favorire la destagionalizzazione nelle more del riordino della materia; dall’applicazione dell’aliquota IVA al 10% prevista per le imprese ricettive anche a quelle balneari alla modifica del calcolo della TARI prevedendo una riduzione della tariffa per la stagionalità rapportandola al periodo di effettiva produzione.
Questo decalogo costituisce il banco di prova della volontà effettiva del Governo e del Parlamento. Abbiamo detto che non ci “impicchiamo” a queste formulazioni e che siamo aperti ad accettare senza pregiudizio alcuno ogni altra diversa proposta migliorativa di quelle da noi suggerite. Se queste norme non vanno bene si propongano delle altre, le cambiassero o modificassero.
L’importante è che vadano nello stesso senso di quelle da noi proposte a tutela delle 30.000 concessioni balneari italiane. E ormai tempo che ogni parlamentare si assuma le proprie responsabilità davanti alla categoria e al Paese, su ognuno degli emendamenti proposti adesso si tratta di dire un “si”, un “si con modifiche” o un “no”. Nient’altro che questo”.
Alibi e pretesti sarebbero incomprensibili e inaccettabili!