Nella Conferenza Unificata sarà affrontato il tema delle linee guida in materia di demanio marittimo

Gen
27
2020
Ci auguriamo che in questa occasione il Governo fornisca, finalmente, delle risposte

Nella prossima riunione del 29 gennaio della Conferenza Unificata (composta dai rappresentanti del Governo, delle Regioni, delle Provincie e dei Comuni) si discuterà della richiesta della Conferenza delle Regioni di linee guida applicative della legge 145\2018 che ha disposto il differimento di quindici anni della scadenza delle concessioni demaniali marittime.

Infatti, il punto 6) della convocazione della Conferenza Unificata effettuata dal Ministro per le Regioni e le autonomie, Francesco Boccia, ha il seguente argomento “Demanio marittimo: richiesta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in merito alla disciplina che regola l'uso del demanio marittimo prevista dall'art. 1, commi da 675 a 685, della legge n. 145 del 31 dicembre 2018”.

Ci auguriamo che in questa occasione il Governo fornisca, finalmente, delle risposte alle pressanti richieste che, in merito, sono state sollevate non solo da noi ma anche dalle Regioni.

Come è noto da mesi stiamo sollecitando, incessantemente, il Governo a emettere la Circolare Applicativa relativa alla legge n. 145/2018 e il previsto DPCM per la riforma del settore per rafforzare l’estensione della durata delle concessioni.

Si ricorda che la nuova durata di quindici anni delle concessioni demaniali marittime in essere (commi 682 e 683) trova la sua giustificazione e fondatezza nell’inserimento all’interno di un'articolata procedura per la generale revisione del sistema delle concessioni demaniali marittime stabilita dai commi da 675 a 684 della legge n. 145/2018.

La perdurante inerzia governativa sta alimentando la paralisi e la confusione amministrativa nell’applicazione della nuova durata (molti Comuni non la stanno applicando; alcuni che l’avevano già disposta, stanno avviando le procedure del suo annullamento in autotutela nel mentre sussiste il rischio dell’avvio di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea).

Come ripetutamente ribadito, la gravità della situazione impone un intervento chiarificatore, non più rinviabile, da parte del Governo.