DEF 2018 - Commento del Presidente Capacchione

Ott
6
2018
def

Purtroppo il DEF 2018, l’importante atto del Governo che prefigura i suoi indirizzi in campo economico e finanziario, per quanto ci riguarda, non solo costituisce una occasione mancata per segnare una inversione di tendenza rispetto al passato, più o meno recente, ma suscita per i balneari motivi di seria preoccupazione.
Nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza  2018, deliberata nel Consiglio dei Ministri del 27 settembre 2018, si fa riferimento anche alla questione delle concessioni di beni e servizi e alla Bolkestein.
Vi è delusione per chi, come noi, si aspettava l’affermazione dei pilastri istituzionali indispensabili per uno sviluppo economico, come la difesa della proprietà anche aziendale e la tutela del legittimo affidamento dei cittadini e delle imprese, che contraggono con la Pubblica Amministrazione con un deciso superamento di una visione ideologica assolutizzante delle liberalizzazioni, sinora dominante, causa di precarizzazione non solo del nostro, ma di interi settori economici del Paese.
Invece nella “Nota” si sottolinea cheassume particolare rilievo un rinnovato impegno del Governo a promuovere la liberalizzazione nei settori ancora caratterizzati ……. da ostacoli alla concorrenza” (Premessa, pag. IV).
Così come vi è perplessità nel verificare, per quanto riguarda il turismo, l’assenza di una rivendicazione, chiara e netta, della necessità di tutelare la balneazione attrezzata italiana dagli effetti pregiudizievoli della Direttiva Bolkestein.
Si afferma, genericamente, che “sul piano normativo…. particolare attenzione verrà data….. alla risoluzione delle problematiche afferenti le concessioni demaniali marittime alla luce della Direttiva Servizi UE (Direttiva Bolkestein) (capitolo IV, punto 3, parte dedicata alle “Politiche del Turismo”, pag. 107).
A ciò si aggiunga il giustificato allarme per il prospettato aumento degli introiti delle concessioni di beni e servizi.
Infatti per le concessioni di beni e servizi, in cui rientrano anche quelle demaniali, si sostiene che “il denominatore comune è la scarsa redditività delle concessioni per l’Erario. I canoni imposti non sono, in numerosi casi, correlati agli ingenti fatturati e profitti che i beni dati in concessione producono in capo ai concessionari” e, di conseguenza, “il Governo si propone…. una completa mappatura del fenomeno, finalizzata alla predisposizione di una legge quadro di riordino e valorizzazione dei regimi di concessione….. in cui maggiori proventi generati dalla razionalizzazione delle concessioni potrebbero afferire al Fondo di Ammortamento del Debito Pubblico” (capitolo IV, punto 3, parte dedicata alle “Concessioni”, pag. 78 e 79).
In definitiva, il DEF 2018 sembra contenere una volontà precisa del Governo di un incremento delle liberalizzazioni e di un aumento dei canoni demaniali, a fronte di una intenzione di risolvere le problematiche delle concessioni marittime assai vaga e, soprattutto, ambigua.
Sarebbe stato più chiaro e vincolante almeno riportare quanto sostenuto al punto nr. 29 del cd contratto di governo di un “superamento degli effetti pregiudizievoli per gli interessi nazionali derivanti dall’applicazione della cd Direttiva Bolkestein”.
E’ ancora presto per poter definire con certezza se si registrerà un aumento dei canoni e dei costi economici delle nostre concessioni: lo si potrà davvero verificare solo con la manovra attesa entro il 20 ottobre.
Per ora la preoccupazione è più che legittima!
Nell’ interesse dei balneari e del Paese, ci auguriamo che le intenzioni del Governo verso i balneari siano diverse da quelle che appaiono nel DEF 2018 e che nell’esame parlamentare siano apportate le dovute correzioni.
Restiamo convinti che sia autentica la volontà, più volte manifestata dagli Autorevoli esponenti del Governo, prima fra tutti dal Ministro Gian Marco Centinaio, di difendere e tutelare questo importante settore.
Siamo però vigili ed attenti che ciò si verifichi: effettivamente e concretamente.