Capacchione a Catanzaro: sui pertinenziali ennesima indegna ‘mascalzonata’ della politica

Gen
29
2019
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Si è svolta a Catanzaro l'assemblea degli imprenditori balneari calabresi per esaminare le questioni della categoria alla luce delle novità normative, ad iniziare dalla nuova durata di quindici anni delle concessioni demaniali marittime.
Sono intervenuti: il presidente regionale e vice presidente nazionale, Antonio Giannotti, il vice presidente della Regione Calabria, Franco Rossi, il presidente dell'ANCI Calabria, Gianluca Callipo, il presidente della Confcommercio Calabria, Klaus Algeri, il presidente della Confcommercio Catanzaro, Pietro Falbo, e il presidente nazionale del S.I.B./FIPE/Confcommercio, Antonio Capacchione.
Nel corso dell'incontro il presidente Capacchione ha sottolineato che la nuova scadenza delle concessioni è solo un ‘piccolo passo’ nella giusta direzione di mettere in sicurezza questo importante segmento del nostro ‘Made in Italy’.
La messa in sicurezza della balneazione attrezzata italiana comporta non solo l'eliminazione dei molteplici fattori di precarietà giuridica, (facile e difficile amovibilità, le devoluzioni delle opere, le cause di revoca e decadenza, ecc.), l’adozione di un programma e di un piano nazionale straordinario di contrasto del fenomeno erosivo, ma anche, e soprattutto, la riduzione dell’insostenibile pressione fiscale.
Le aziende balneari sono le uniche imprese turistiche alle quali si applica l'aliquota dell'IVA al 22% (rispetto a tutte le altre che è al 10%). In Grecia, nostri diretti competitor, l'aliquota IVA del settore è il 6,5%: meno di un terzo. Per non parlare dell’IMU, pur non essendo proprietari del suolo, o della TARI, anche per aree non produttive di rifiuti, fin dove si trovano le telline!
Anche i canoni demaniali sono profondamente ingiusti: c'è chi paga tantissimo e chi pochissimo!
E questo va superato perché non è possibile che si paghi la stessa tariffa a metro quadrato, indipendentemente dall’ubicazione.
Ma sui canoni demaniali, proprio in queste ore, si è consumata l'ennesima ingiustizia.
È davvero sconcertante che nei 90 emendamenti e nei 57 articoli aggiuntivi, che il Governo ha tentato di inserire nel Decreto Semplificazioni, da ieri in aula al Senato per la sua approvazione, non si sia trovato posto ad alcun provvedimento in favore dei pertinenziali.
Si tratta di alcune centinaia di famiglie che in questo lungo e interminabile decennio sono state costrette a sopportare canoni demaniali ingiusti e insopportabili.
È la parte più sofferente di un mondo, quello degli imprenditori balneari, che merita un rispetto che in questi anni non ha ricevuto, essendo stato stupidamente precarizzato e penalizzato.
L'intervento del Quirinale e la decisione sull'ammissibilità degli emendamenti da parte del Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha messo in luce il tentativo del Governo e del Parlamento di inserire tutta una serie di norme e problematiche persino estranee al decreto legge in discussione, (dalle trivelle alla xylella; dalla sanatoria del fotovoltaico al limite alle ipoteche; dalla riapertura della rottamazione ter al noleggio con conducente).
Amareggia constatare che, purtroppo, fra questi tentativi non sono rientrati i pertinenziali la cui problematica era certamente omogenea all’oggetto della semplificazione.
E’ mai possibile che tra queste molteplici e variegate problematiche non si è ritenuto di prevedere neppure una semplice sospensione temporanea dei pagamenti e delle decadenze che, come dovrebbe essere ormai noto a tutti, sono frutto di una scellerata norma del 2006? È mai possibile che lo Stato deve continuare ad accanirsi verso queste poche centinaia di famiglie?
Si è trattato di una ‘ignobile vigliaccata’ di una politica, nella migliore delle ipotesi, ignara del problema e, nella peggiore, solo preoccupata esclusivamente  del consenso elettorale.
Comunque incapace di svolgere correttamente le funzioni a cui è chiamata.
Il S.I.B. non si rassegna, continuerà nella battaglia intrapresa per la messa in sicurezza giuridica, fisica ed economica di questo settore: senza sosta e senza concedere un attimo di respiro a interlocutori Istituzionali per troppo tempo assenti, silenti o inerti.